Gli Incappucciati Bianchi e Neri
di Giuseppe Alfaro
Orari Processioni e Percorsi del Venerdì Santo a Sorrento
Sorrento, il Venerdì santo, cambia aspetto: per le strette vie del centro storico non sentirete le voci schiamazzanti delle comitive di turisti ma la musica solenne delle marce funebri, le strade non saranno invase da auto e torpedoni ma da lunghe teorie di incappucciati, le luci delle insegne luminose faranno posto ai tremuli bagliori delle torce accese sui davanzali. In tutta la penisola sorrentina sono circa trenta le processioni che si svolgono tra il Giovedì ed il Venerdì Santo. Anche quest’anno, apre la Settimana Santa a Sorrento con i secolari riti di Passione, lunedì 17 marzo alle ore 20, la suggestiva Processione dell’Addolorata madre nel caratteristico borgo della Marina Grande. La pregevole statua tecentesca della Vergine dei Dolori, opera napoletana, sarà accompagnata dai confratelli delle Confraternite di S. Giovanni in Fontibus e dal Coro femminile che eseguirà l’inno “Mira la stanca Madre” del parroco D. Angelo Castellano per le strade della piccola comunità marinara. A Sorrento se ne svolgono due. La prima, che parte dalla chiesa dell’Annunziata, è la Solenne Processione di Visita ai Sepolcri. Organizzata dalla Venerabile Arciconfraternita di Santa Monica essa è conosciuta anche come processione “bianca”, per il colore delle vesti e dei cappucci che indossano i partecipanti e si svoIge neI cuore deIla notte tra il Giovedì ed il Venerdì Santo. Il corteo rappresenta, nella mentalità popolare, la ricerca di Maria del Figlio condannato a morte. La sera del Venerdì Santo, invece, dalla chiesa dei Servi di Maria, parte il funerale del Cristo Morto. GIi incappucciati deIla Venerabile Arciconfraternita della Morte sono tutti vestiti di nero, così come la statua della Madonna Addolorata che segue il simulacro del Figlio morto. Questa processione rappresenta, quindi, il ritrovamento di Gesù morto da parte di Maria.
La prima è di certo la più suggestiva e commovente, anche perché ha luogo nelle ore più buie della notte, la seconda e invece molto più solenne. Eccetto qualche piccola sfumatura i due cortei hanno svolgimento analogo. Le processioni sono aperte dalla banda musicale che suona le tristi e solenni note delle marce funebri. Seguono i simboli dell’Arciconfraternita organizzatrice: labaro, vela e pannetto, il tutto è intercalato dalle crocette portate a spalla dai più giovani. Seguono, poi, i “martiri”, i simboli delle offese materiali subite da Cristo nella sua ascesa al Golgota. Gli incappucciati, che sfilano con passo lento e solenne, saranno più di cinquecento. L’intero corteo è avvolto nel buio, illuminato solo dalla luce delle fiaccole e dei lampioni, donando alla sfilata un’atmosfera di misticismo unico. Sarà difficile trattenere l’emozione all’ascolto dello straziante canto del Miserere, che, intonato da circa duecento cantori implora, con le parole dei salmista Davide, il perdono Divino per i peccati commessi dall’umanità. Ma il momento di commozione più alta è rappresentata dai simulacri della Madonna e del Cristo Morto. Quest’ultima statua è un vero e proprio capolavoro di scultura lignea settecentesca. Di autore ignoto, la statua del Cristo Morto, visibile nella chiesa dei Servi di Maria, sarebbe opera secondo le leggende popolari, di un condannato a morte che rifugiatosi per scampare alla cattura nella chiesa dell’Arciconfraternita della Morte, si sarebbe sdebitato con i confratelli realizzando questa vera e propria opera d’arte. E’ difficile spiegare a chi assiste a prima volta a questi cortei il significato profondo che gli stessi hanno per i sorrentini. Lungi dall’essere un fatto pagano o folkloristico, le processioni rappresentano, invece, un insieme di fede popolare, di tradizione, di attaccamento alle proprie radici storiche e culturali. Non meravigliatevi se nel cuore della notte vedrete bambini di pochi anni recare fiori di venerazione dinanzi la statua della Madre dei Dolori. Non meravigliatevi se schiere di fanciulli, alle quattro del mattino, avranno forza e fiato per squarciare il silenzio notturno cantando a pieni polmoni l’inno all’Addolorata. E’ la tradizione che si perpetua. E’ la continuazione di un rito che ha visto già protagonisti i propri padri ed i padri dei propri padri… Per i sorrentini l’appuntamento con le processioni è imprescindibile e rappresenta il motivo essenziale della Pasqua tanto è vero che una volta finita la pro- cessione e rientrati in chiesa ci si scambia in anticipo gli auguri. Assistervi di certo lascia un segno profondo anche nell’animo dello spettatore più distratto o del non credente .