di Giuliana Gargiulo
Nel fascio di luce che la illumina, Ornella Vanoni guarda Gino Paoli. A vent’anni dall’ultimo tour, quarant’anni dopo la loro storia, ancora una volta insieme, cantano, si guardano, ricordano, ammiccano, scherzano, raccontano a noi, persi nell’emozione, il senso della vita e dell’amore. Canzoni, memorie di poesia, brani di musica, pudori infiniti, storie del passato, sentimenti eterni corrono sulle note. Affiorano. Testimone e complice, sono grata ai due grandi artisti: compagni di percorso, testimoni del tempo, eccelsi interpreti del più emozionante motivo conduttore di quarant’anni di vita. Dal palcoscenico il suono e i silenzi, le loro canzoni e la musica. Qualche ora dopo sono con lei, regina spavalda sul palco, ragazza tenera nella vita, come mi dice la definisce Gino Paoli: “All’apparenza un levriero, invece è un cocker”. Dalla suite dell’albergo del lungomare il panorama del mare inquieto e Castel dell’Ovo, immobile nei secoli. Ornella Vanoni – il giorno e la notte -, vibratile e inquieta, il corpo lungo abbandonato nel languore, pur nel jeans e golfino da adolescente, riafferma il protagonismo della scena quando, dopo il severo completo pantaloni nero, l’impalpabile vestito color champagne, inventato da Ferrè, lascia cogliere i suoi respiri. Sincera e duttile nei suoi fremiti, afferma verità nascoste mentre la voce spezzettata commenta. Emozione della verità, identica a quando canta. In ogni caso magia.
Che memoria ha della bambina che era?
Ero una bambina tranquilla e solitaria, per niente aiutata dall’essere figlia unica, condizione che a molti piace, a me no… No, non mi piace la solitudine… Sono stata l’inconsapevole, disorientata, spettatrice di litigi tra due genitori, che non andavano poi troppo d’accordo….
La ricordo sul finire degli anni cinquanta, prima ancora del debutto al Teatro Girolamo con le canzoni della Mala, fiera e spavalda, i capelli lunghi rosso scuro, quando, con piglio gagliardo, attraversava gli spazi del Piccolo teatro di Milano, con un’aria ribelle. In qualche modo è stata o si è sentita ribelle?
Ribelle si, se ho scelto Strehler. Mi sono innamorata così presto di lui, lui tanto innamorato di me… Ero sempre al Piccolo, mattina e sera, vivevo in teatro, amica di Franchino e della Vinchi o di Colombo, che faceva le scene, sempre presente, anche ai litigi, alle discussioni tra Strehler e Grassi… Quante ne hanno dette a Milano, tutti parlavano del mio amore con Strehler… fai del male ai tuoi genitori, è un uomo sposato, dicevano, in anni in cui non c’era il divorzio, è il diavolo, è comunista e cosi via…Ma io andavo per la mia strada, che era la mia vita, la mia strada…
Si è mai pentita?
No, perché mi è piaciuto quelloche ho fatto e che continuo a fare, cantare, anche se, almeno in linea generale, questo mio mestiere è difficile per una donna, perché…. perde la sua vita di donna!
Mi spiega perché un’artista perde la sua vita di donna?
Perché tranne rari casi, e Lella Costa è un esempio, che con il suo secondo marito dice di conciliare le cose, di stare bene eccetera, una donna non ce la fa. Una donna è più accudente, le piace stare a casa, con il suo uomo, a preoccuparsi, a fare… C’è sempre una donna accanto a un uomo. Gli uomini sono diversi, non so nemmeno se più semplici, le
sembra semplice una personacome Paoli? Forse, sempre in linea generale, e mai gli artisti, gli uomini hanno minori riflessioni…
I ricordi, la memoria, il concerto che si chiama “Ti ricordi? No, non mi ricordo”… che segno hanno per lei? Che parte sono della sua vita?
Ricordo… ricordo tutto e tutti. Però, come spiega bene Paoli, i ricordi possono essere diversi, anche se sono gli stessi. Da persona a persona cambiano, sono visti in maniera diversa, secondo il sentimento, l’appartenenza, la partecipazione…. Gino dice “non ricordo”, e invece ricorda tutto, tutto….
A decenni di distanza, che cosa le è rimasto della vostra storia ?
E’ stata una storia breve ma intensa, è stata una mancanza, peccato… E’ passato troppo tempo, il pubblico vorrebbe vederci insieme, e lo capisco, anche per questo in palcoscenico lo guardo sempre e poi le canzoni, quella parte condivisa…
Come si sente nella nostra città?
Che città affascinante che è Napoli…. Enzo Gragnaniello, quando a Sanremo ho cantato “Alberi” con lui, mi diceva sempre, che sono abbastanza per poterci vivere…
Lei si sente forte?
Più che forte, ho un’altra volontà ma sono fragile….
Si è sentita aiutata? Ricorda maestri che le hanno insegnato?
Per la canzone Gino mi ha aiutato, Strehler mi ha insegnato tanto, mio marito Lucio Ardenzi…Il teatro è massacrante, la tournèe che stiamo facendo è durissima.. Andremo avanti anche il prossimo anno…Quante cose da fare…
Quanti Sanremo ha fatto? Le piaceva partecipare a Sanremo?
Mi emoziono troppo, la gara, la competizione , tutto è molto faticoso…
Ha predilezioni per le cose che canta?
Canto volentieri tutte le cose che canto…
E’ orgogliosa che Paoli abbia scritto “ Senza fine”, una canzone ispirata e dedicata a lei?
Lo ripeto sempre in concerto e lo sottolineo anche ora. Orgogliosa, si certo, sono molto orgogliosa.
L’ambizione ha accompagnato la sua carriera?
No. E’ stato altro che mi è piaciuto. La voglia di essere riconosciuta per quello che valevo, significavo, sapevo fare.
Che cosa non le piace, non l’aiuta, o addirittura le fa paura?
La solitudine.
Ha un rimedio per combatterla?
Come si fa…La combatto con gli amici, con la compagnia. In questo momento non ho un compagno. E’ finita qualche mese fa, forse da un anno….La storia è finita. No, c’è sempre qualcosa da imparare….se una persona vale la pena, bisogna imparare…. E’ un pò tardino. La pazienza!. Paola, moglie di Gino, merita un premio per la pazienza, è una donna positiva, vede la vita sempre per il verso giusto. Che carattere meraviglioso!
Si è spesso parlato del suo carattere non facile: ruvida, scontrosa…
Lo ero. Ora non lo sono più.
Sentimentale?
Lo sono molto. Anche timida. Questo momento non è un gran momento. E allora vincerò. Ricorda le parole della mia canzone che dicono questo?
Che succede? Sembra avere un velo di malinconia… Qualche ricordo di troppo, il pensiero che corre altrove?
Mi sono permessa di essere me stessa. Essere certi di vivere bene, aiuta a vivere …bene. Mi piacerebbe vedere il lato positivo delle cose…Gli artisti sono persone complicate. Anche gli uomini artisti rispetto ai tanti che sono noiosi…
Una paura ce l’ ha?
Quella più grande e più vera è la solitudine.
C’è qualcosa che vorrà avere nel suo futuro?
Essere serena. Senza problemi.