articolo di Antonino Fiorentino
Spesso accade che ciò che ha generato un evento sia oscurato o vada in sott’ordine rispetto all’evento stesso. Mi riferisco a ciò che accade a Priora, la bella e ridentefrazione collinare di Sorrento dove in concomitanza con la festa religiosa del SS. Rosario si celebra da più di trent’anni, la Sagra dell’Uva. È merito del compianto don Peppino Fontanella, parroco della frazione per più di cinquant’anni (1950-2003), la nascita della sagra dell’uva, prodotto tipico della terra di Priora, in concomitanza con la festa del SS. Rosario, perchè non solo la festività religiosa taesse nuova linfa da quanti visitassero Priora anche per la sagra, ma anche per dare maggiore visibilità ai prodotti della terra che da sempre hanno rappresentato la risorsa vitale di generazioni di contadini e per accorciare le distanze tra il centro cittadino e il borgo rurale, cosa che il “Nastro Verde” non aveva pienamente realizzato per cui Priora avvertiva una sorta di isolamento dal centro di Sorrento. Si deve tra l’altro ricordare che Priora, fino agli inizi del 1600, faceva parte del territorio di Massa. Nel 1606 i sorrentini iniziarono una causa con Massa per la revisione dei confini territoriali. La causa portò al passaggio a Sorrento del territorio di Priora dove esisteva una estaurita intitolata al S. Rosario che successivamente, fu incorporata nella Chiesa dedicata a S. Atanasio, vescovo di Sorrento nel VI secolo, che divenne parrocchia nell’aprile del 1605, comprendendo anche i casali di Fregonito, Crocevia, Li Schisani e Capo S. Fortunata che nel 1732 divenne parrocchia autonoma, intitolata alla Vergine del SS. Rosario. Si sa che la vita dei casali ha sempre ruotato intorno all’edificio di culto verso il quale, in ogni occasione, si dimostrava profondo attaccamento, soprattutto per i restauri, rifacimenti e abbellimenti che nel tempo si rendevano necessari. Questo attaccamento e questo amore per la propria chiesa non è solo un vincolo religioso, quasi obbligato, per manifestare la propria fede ma è anche un modo concreto di operare di una comunità che fa di essa il punto di riferimento e di aggregazione di quanti, in tal modo, superano le differenze sociali. La chiesa di S. Atanasio è bella, mantenuta bene e con grande decoro dai fedeli e dall’attuale parroco don Saverio. Essa si struttura in due navate: quella laterale, con l’antico pavimento maiolicato corrisponde all’antica estaurita dedicata al SS. Rosario. Presenta diversi altari con la cappella dedicata alla Vergine del Rosario riprodotta su una tela del Cinquecento. La circondano S. Domenico e S. Caterina da Siena, circondati dai quindici riquadri raffiguranti i misteri del Santo Rosario. La navata centrale presenta l’altare del presbiterio con il quadro del ‘700 della Madonna delle Grazie tra S. Atanasio e S. Antonino. Ai due lati della tela, in due nicchie, ci sono le statue lignee della Vergine del Rosario e di S. Atanasio. La chiesa, inoltre, si adorna di un prezioso organo a canne del ‘700 da poco restaurato. Ci sono sembrati opportuni questi cenni sulla parrocchia di Priora per meglio comprendere il senso di una manifestazione che nasce soprattutto da una celebrazione religiosa che, con i suoi riti, è la festa per eccellenza degli abitanti di Priora.