“Grazie infinite di tutto quello che hai fatto e che farai per me. Non ti dico le torture subite in questi lunghi e durissimi 10 mesi. Chi è fuori da questi ambienti non può immaginarle ed io non saprei descriverle. Quando sarò fuori ne parleremo prendendo una tazza di caffé. Mi auguro che le pratiche che stanno svolgendo a Roma arrivino a buoni risultati ma se essi fossero ancora dubbiosi non c’è che una soluzione da seguire per uscire al più presto di qui, che è la sola cosa che mi interessa. Tutto il resto non ha importanza per me. Prega quel tuo amico che dia corso immediato al mio processo, richiamandomi a disposizione del Governo Italiano. O meglio del Giudice Istruttore. L’esito del processo mi è indifferente. Tengo solo a uscire via da questo campo al più presto possibile. Sarei contento anche di passare al carcere di Poggioreale pur di uscire di qui. Quindi ti prego vivamente di agire nel senso da me desiderato di accordo coi miei. Avrai diritto alla mia gratitudine perenne.”. “Sono ridotto uno scheletro. Ho temperatura da 3 mesi tutte le sere, variante fra 37.5 e 37.1. Ho la prostata gonfia, tutte le giunture gonfie e non posso fare 10 passi, quindi non digerisco e son rimasto pelle e ossa. Un giorno di più qui dentro potrebbe costarmi la vita. Ti dico questo per farti rendere conto il perché non ho più interesse a niente: solo a uscire di qui. Ti ringrazio e ti abbraccio. Saluti cordiali ai tuoi”. Questa è una lettera scritta dal Com. Achille Lauro all’ing. Almerico Gargiulo, mentre era prigioniero degli inglesi a Padula, fornitami (in copia fotostatica) dal figlio dell’ingegnere, Gerardo. E’ sorto allora il desiderio di ampliare la curiosità sulle circostanze alle quali il Com. Lauro ha fatto riferimento. Era l’epoca dell’occupazione alleata e si era sviluppata un’azione per scoprire e…..punire i fascisti. Ed Achille Lauro era classificato big fascist! Padula era il carcere dove erano rinchiusi personaggi del vecchio regime che, secondo la “giustizia” alleata dovevano essere puniti. E’ vero che Don Achille era Consigliere Nazionale dei Fasci e delle Corporazioni, ma, certamente non si poteva concepire un industriale (nella fattispecie un armatore) che non fosse iscritto al Partito Nazionale Fascista. Il ruolo dell’ing. Gargiulo è confermato da un’altra lettera (ancora rilasciatami, in copia, da Gerardo) datata 31 Maggio 1958 e scritta dal Giudice Italo Robino, nominato dal conte Sforza membro della commissione e istruttore delle pratiche interessanti gli ex fascisti accusati di aver profittato del “regime”. Gli alleati, tramite i generali Hepjon e Honnaford, cercavano documenti per incriminare presunti “criminali di guerra italiani”. Nella suddetta lettera il magistrato – che aveva rivisto, dopo circa quindici anni, l’ing. Almerico – ricorda quegli eventi e lo ringrazia per averlo, quasi, costretto “a convincere Sforza, di cui ero il magistrato di fiducia, di porgere a Lauro tutto l’aiuto possibile, col riconoscimento dei suoi meriti”. Il dott. Robino precisa: “Nessun criminale di guerra italiano venne fuori e le tue chiarificazioni ed informazioni servirono egregiamente alla decisione che avevamo in animo”. L’ing. Almerico Gargiulo era stato il progettista e costruttore della villa di Lauro a Napoli, in via Crispi, e quindi aveva avuto rapporti continui con il Comandante. Indipendentemente dalle idee politiche! Dopo la caduta del Fascismo e l’armistizio dell’8 Settembre 1943 l’ing. Gargiulo assunse un rilevante ruolo nell’ambito dei partiti antifascisti. In tale qualità poteva avere contatti con i politici dell’epoca e trovare credito circa le sue informazioni. La lettera del dott. Robino si conclude con questa affermazione: “Questi ricordi, riportati alla memoria dal nostro incontro di oggi, dimostrano che fummo buoni italiani e difendemmo i nostri concittadini reclamati da stranieri”. Eppure, dopo la liberazione da Padula, il Com. Lauro, acquistò, proprio dagli americani, alcune navi Liberty costruite per la guerra e ricompose la sua flotta distrutta dalla guerra! Ed oltre ad uno degli armatori più famosi in campo internazionale, fu anche un uomo politico determinante in alcuni momenti della vita parlamentare italiana, oltre ad essere per molti anni, Sindaco di Napoli e, per cinque (1970-75), di Sorrento. Per la verità, esempi di quella gratitudine di Lauro ad Almerico Gargiulo non ne abbiamo trovati!
Nino Cuomo