Il Premio Capri San Michele è stato fondato da Raffaele Vacca che dichiara :” La prima idea mi venne quando frequentavo il liceo classico a Sorrento, studiando la letteratura greca, appresi del concorso istituito o reso stabile nel 534 a.c. da Pisistrato nelle Grandi Dionisie nel corso delle quali cinque giudici assegnavano i tre premi in gara, oltre ad una corona d’edera. In seguito – egli spiega – ogni volta che mi soffermavo su quel concorso, che presentava opere che armonizzavano splendidamente il dionisiaco con l’apollineo, ripensavo ad un premio caprese, che, dandomi grande coraggio, annunciai di voler fondare nell’agosto del 1978, ma che, con Marta Muzi Saraceno, potei iniziare, in sordina, nel luglio del 1984”. Vacca aveva accarezzato questo “sogno” per far incontrare gli amanti della letteratura e coinvolgerli in discussioni sui libri da leggere nei momenti che guardiamo in noi stessi lontano da qualsiasi intrusione alla luce di una piccola lampada da tavolo e in questo raccoglimento assaporiamo la vera essenza della parola che lo scrittore ci porge nelle pagine delle sue opere che interiormente formano e plasmano chi legge ma soprattutto lo rendono capace di confrontare i propri rapporti personali con l’epoca in cui vive e con un più ampio senso dell’eternità.
Da quel lontano 1984 il Premio ha dispiegato le sue ali e ha raggiunto nel suo cammino il traguardo di ben 28 edizioni e oggi nel 2011 l´opera vincitrice è stata “Cattolici dal potere al silenzio” di Beppe Del Colle e Pasquale Pellegrini, mentre a “Dialoghi nel cortile dei gentili” di Lorenzo Fazzin Edizioni Messaggero Padova è stato assegnato il Premio Speciale. Tra i Premiati anche il Cardinale Crescenzo Sepe per “Questioni di fede” in conversazione con Francesco De Simone, edito dalla San Paolo.
In tutto ben venti vincitori di forte spessore culturale e di profonda sensibilità nell’affrontare tematiche attuali, filosofiche, storiche, sociali e fra questi il Premio Capri San Michele per la sezione dedicata a mons. Raffaele Pellecchia è stato assegnato a “Non gettiamo questa vita” di Anna Maria Gargiulo, Edizioni Cento autori. L’autrice è l’unica donna premiata, è componente del direttivo regionale UNEBA, docente dell’ordine degli assistenti sociali campani, tecnico di formazione di procedure assistenziali di coordinamento, componente del Comitato Pace e Diritti umani per l’infanzia nel mondo dell’Associazione Culturale Cypraea, è anche direttore della fondazione Dentale della Curia arcivescovile di Napoli, fiduciaria dell’Ateneo Pontificio di Roma per il Villaggio dei Maddaloni. Questo suo continuo e quotidiano rapporto con persone soprattutto di età avanzata le ha permesso di conoscere non solo le esigenze materiali ed economiche ma anche quelle del ” cuore” che li rende attivi nella speranza di un cammino migliore nell’ accoglienza di affetti e di amicizia. Annamaria afferma che gli anziani sono un patrimonio, un contributo prezioso di esperienze nelle quali la società deve riflettere e valorizzarne il ruolo. “ Ho voluto scrivere – dichiara – questa esperienza di lavoro per ricordare alle Istituzioni e alla gente comune che gli anziani sono persone, non posti letto. L’anziano c’è e vuole esserci fino al traguardo della vita, percorrendo l’ultima corsa. Gli anziani meritano riconoscenza, rispetto ed amore e anche quelli che sono “ figli della strada ” sono padri e madri lasciati nella solitudine e nella disperazione. Per favore non buttiamo via queste vite che si allacciano ad una medesima “ povertà”: la “ mancanza di amore”.
Cecilia Coppola