“Figlio di un Uomo, artista in guerra e dopo, ma anche Reduce della II guerra Mondiale, ex Ufficiale con il grado di Capitano di Artiglieria in Egeo (Cefalonia) ex Internato il 19 ottobre 1943 dopo aver combattuto anche contro i tedeschi quando gli stessi trucidavano i suoi soldati a sangue freddo dall’ 8 settembre 1943. E, quel il 19 ottobre del 1943 catturato e caricato come bestiame al macero in vagoni blindati, ufficiali italiani ammucchiati l’uno sull’altro fino a giungere e inviati in vari campi di sterminio e prigionia delle SS naziste dislocati in Polonia.Oggi io, custodisco gelosamente tutta la Sua storia vera, scritta su centinaia di lettere dedicate alla Sua povera madre in Italia, a Napoli, nella lontana Sorrento, e su tanti ritagli di giornale e documenti come i Suoi dipinti di guerra. Non é stato facile salvare documentazioni che, allora, nei campi stessi, gli italiani di Cefalonia venivano quotidianamente perquisizioni e anche quando sembrava ormai irreparabilmente persi sotto le macerie delle baracche, distrutte da bombardamenti, raccontatemi da mio padre, furono fortunatamente salvati. Ed oggi ancora letti.
Mio padre aveva fatto tesoro di quell’esperienza …… << Penso che la mia testimonianza, insieme a quella di altri protagonisti della seconda guerra mondiale, possa essere utile a non dimenticare e nonostante tutto a non odiare>>…..
Io penso che la conoscenza delle conseguenze della guerra non solo sulla vita delle nazioni ma anche sui singoli individui che la compongono, possono costituire un momento di riflessione per le nuove generazioni, affinché non si ripetano più in futuro tragedie come quelle che loro vissero. (Prof. Barsciglié Giuseppe).