“Il Museo di Venezia mi 34 acquerelli del 1944 campi di prigionia di mio padre”
Raffaele Barscigliè, Mio Padre: nacque il (2 gennaio 1913 – e visse fino al 9 gennaio 1994). E’ stato molto più di un artista, di un geniale creativo: un testimone del suo tempo. Lo sgorgare della sensibilità fuori dall’animo dell’uomo ad abbracciare i suoi simili, facendoli partecipi della gioia di vivere. Raffaele Barsciglié, di cui ricorre il Centenario in data 2 gennaio 2013, ha fatto – tra le tante cose meravigliose della sua intensissima vita – quello che nessuno, probabilmente, oltre a lui è riuscito a fare. Ha descritto l’orrore dei lager nazisti dal di dentro. Dai Lager nazisti,la prigionia, l’angoscia. fisica, dell’anima. Dove il quotidiano morire senza spirare. Quelli che un grande critico chiamò “pastelli-documentario”,
quadri eseguiti interamente all’interno dei campi di prigionia, rappresentano una delle testimonianze più esaltanti dell’indomabilità dello spirito umano. Uno specchio di virtù, fede e coraggio che in questi tempi di progressivo deterioramento delle coscienze possono essere un faro nell’oscurità: “Sveglia”, “Fustigazione”, “Docce fredde” sono la contenuta rivolta di un’anima che ha visto la morte in primo piano, senza sfumature di telecamera. E senza sfumature l’ha
raccontata. I suoi lavori eseguiti a Wietzendorf, Marcht-Pongan, Mauthausen sono un simbolo di morte-vita, un qualcosa di terribilmente attuale non solo per il “Giorno della Memoria”.del 27 gennaio. Nato a Napoli il 2 gennaio 1913, Raffaele Barscigliè ha rappresentato l’animo estroverso per eccellenza. L’estroverso avanguardista. Uomo di grande cultura, fecondo pittore, poeta dall’età di 15 anni, scenografo di straordinario talento tanto da meritarsi la qualifica di “scenografo ufficiale di Eduardo De Filippo”. In pittura, la sua è stata un’arte tipicamente napoletana e popolaresca, che traeva dall’ambiente spunto e significati maggiori: vita quotidiana in certe strade della vecchia Napoli, tra tabernacoli con Cristi piagati e processioni, tra friggitorie e teatrini di Pulcinella. Senza contare le numerose chiesette affrescate a Cefalonia,ex Capitano di Artiglieria,vendè alla Principessa di Pimonte una delle numerose sculture eseguite a Rodi in Grecia. Abbandonato durante l’armistizio dell’9 settembre 1943,salvava 2000 soldati italiani prima di essere trascinato dalle SS il 19 ottobre 1943 nei campi di sterminio in Polonia.Nella Sua pittura una filosofia pittorica umoristica, rapida ed arguta. Innumerevoli le mostre, le rassegne, i premi nazionali e internazionali cui Barscigliè prese parte nel corso della sua fervida esistenza: per capire meglio, e spiegare a chi non lo conosce il livello dell’uomo, l’enorme valore dell’artista, una annotazione su tutte: il premio speciale ricevuto – in Gran Bretagna – direttamente dalle mani di Sir Lawrence Oliver, e la concessione di un atelier con annessa galleria d’arte alla prestigiosa “Lev’s Gallery”.,a Londra Come dire il paradiso degli artisti, la bibbia degli amanti della bellezza. Conobbe personaggi immensi (Picasso), ma rimase se stesso. La sua vita è un pennello sulla tela mai lasciato appassire. La sua opera così grandiosa e massiccia non abbellisce solo case importanti ma è presente in ogni angolo di Napoli, Sorrento, Musei e pinacoteche, dove lui quotidianamente lo rappresentava sulla tela ogni giorno della sua vita; anche quando l’età e la malattia tarlavano il suo corpo, la sua mano stanca guidata dall’entusiasmo del suo cuore riusciva fino all’ultimo giorno ad inventare nuova vita sulla tela. Anche vivendo cento anni, io, che sono giovane, forse non riuscirei a ritrovare e ricomporre tutta la sua immane opera, regalata ogni giorno alla vita.
Il Figlio: “Barsciglié Giuseppe” Gaville Firenze 25/12/2012