Due prestigiosi premi ottenuti dal sorrentino Gianni Terminiello, sabato 6 dicembre presso Villa Bruno, sede del Museo “Massimo Troisi”. Primo classificato nella lirica in lingua italiana e secondo classificato nella lirica a tema “La legalità”.
Unico poeta italiano a salire sul podio due volte.
ARTICOLO 21
Quanto fu lunga quella tempesta degli uomini, vinti dal massacro dimenticato. Partecipai come vento di brandelli, essenza di sguardi coperti…. come povera gente. Guerre di teste di paglia, lanciate affinché rotolassero poi, nei mattatoi come tombe, mai assegnate ad una nuvola di passaggio. Ruote della fortuna giravano per capire quale orizzonte riempire, al posto delle rondini dimenticate. Così uccisero il mio fuoco, sterminio di una cenere affondata, come quando le ferite dell’anima non vogliono placarsi. Oggi cresco e lievito come erba che grida, tiepida al suo nuovo petto di mimo errante. E quando entro nella dimora dei deserti, dal sonno crudele come stridulo richiamo al nulla, non sono io…………emigro come essenza sbattuta alla voglia di un nuovo mattino. Lirica dedicata alla vita di Aniello Arena, ex camorrista di Nola, ora attore e regista, che la mattina esce dal carcere per lavorare e la sera ritorna alla casa circondariale per scontare la pena, grazie ad un articolo del codice penale che gli permette tale attività. |
IL DOTTOR CLOWN
Quanti occhi tra quelle ombre velate, mi illumino di dolci emozioni nel viverle…un mondo lontano per un bimbo che non sa. Scia del tempo…..crudele, ripercorre in quegli sguardi un dolce frutto ferito dal destino. Sono ramoscelli di entusiasmi ed io… in quella stanza scherzo e rido tra fiori appiccicati a pareti che piangono in silenzio. Compio girotondi malinconici e folli nello stesso tempo, agito un dolore nascosto nelle mie lacrime sorridenti che cercano infinite agonie, forse lacerate solo dal pensiero fragile di un angelo terreno. Sono il dottor clown…. mi vesto da ballerino dalle emozioni sfumate e spazzo via polveri quotidiane, come se fossi quel mare che schiude nella sua spuma la spontaneità di un cuore alla finestra. Nelle mie altalene quotidiane sono una musica di speranza per chi cerca in quel pagliaccio, la melodia di mille sogni. E quando esco da quella porta…… piango nei miei paesaggi costruiti e palpebre indecise mi augurano di ritornare ad abbracciare quei tramonti dalle nubi inquiete. |