La leggenda della lavandaia incredula, quella della nascita di Santo Stefano e il significato della scena dei giocatori di carte. E poi ancora gli scorci più suggestivi della Costiera, a cominciare dal golfo del Pecoriello per finire a Marina di Cassano. Visitare il presepe realizzato da Antonino Morvillo nel suo box auto a Piano di Sorrento equivale a una full-immersion nella storia locale e nelle tradizioni partenopee legate al Natale.
Per allestire questa rappresentazione della nascita di Gesù secondo i canoni del Settecento napoletano, Morvillo ha impiegato dieci mesi e speso migliaia di euro. Ma si sa, quando si è animati da una passione forte non ci sono ostacoli che tengano. Ed è proprio la passione che ha spinto il 63enne ex direttore di macchina a commissionare la Natività a Maurizio Sammartino, uno dei massimi artigiani campani. Il risultato è una scena che si ispira all’«Adorazione dei pastori», opera dipinta da Caravaggio nel 1609 e attualmente custodita nel Museo regionale di Messina. L’elemento in comune tra le due opere? I tre pastori ai piedi di Gesù, Giuseppe e Maria. La testa del bue e quella dell’asinello, invece, sono frutto delle mani di Alessandro Rufolo, specializzato nelle sculture di animali.
Un tocco d’arte, quindi, in un presepe dove si condensano storia, tradizioni e leggende locali. Basti pensare a Zi’ Vincenzo e Zi’ Pasquale, i giocatori di carte che rappresentano l’alternarsi delle stagioni o la lotta tra la vita e morte. Oppure a Salomè, la lavandaia che, non credendo alla verginità della Madonna, le toccò le parti intime: la sua mano rimase incenerita ma la madre di Cristo, mossa a compassione, la guarì. Non poteva mancare Stefania, donna non sposata alla quale, a Natale, gli angeli vietarono l’accesso alla grotta: perciò la giovane avvolse una pietra nelle fasce fingendosi madre e, con questo sotterfugio, riuscì a vedere Gesù il giorno successivo. Dinanzi a Maria la pietra si trasformò prodigiosamente in un bambino, Santo Stefano, festeggiato proprio il 26 dicembre.
Si ispirano alla Costiera, invece, la fontana dello Schizzariello sormontata dallo stemma di Sorrento, le edicole votive come quella raffigurante Sant’Antonino, il tipico «monazzero» destinato al rimessaggio delle barche, i cantieri navali di Marina di Cassano, il golfo del Pecoriello sullo sfondo e le centinaia di botti, scale e arredi che Morvillo costruisce personalmente. In totale, nel presepe si contano circa 50 animali e 103 statuine, dieci delle quali inedite: un’autentica opera d’arte che può essere visitata nel borgo di Mortora, a Piano di Sorrento, dalle 16 alle 20 fino al 24 dicembre e poi anche dalle 10 alle 12 fino al 15 gennaio. Le offerte saranno devolute a famiglie indigenti indicate dalle dame di San Vincenzo.