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      Informazione turistica
      Aut. Trib. NA n.3104 del 15.04.1982

      Editrice Surrentum
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      Redazione:
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di Giuliana Gargiulo

Nicola PiovaniUna persona speciale. In occasione dei 36° Incontri musicali sorrentini, voluti fortemente dalla Federalberghi e dalla Regione Campania, Nicola Piovani ha inauguratola Chiosro di San Francesco la rassegna , protagonista con il suo quintetto, di una serata assolutamente magica. Non a caso al grande talento di musicista Nicola Piovani somma una dimensione umana fatta di autenticità e verità. Pianista, compositore e direttore d’orchestra, ha spaziato in tutte le possibili applicazioni della musica. La sua prima colonna sonora, legata ai cinegiornali ul movimento studentesco, realizzati da un collettivo universitario, la guida di Silvano Agosti ,è del 1968. Da allora ha affiancato alla composizione di colonne sonore per il cinema le musiche di scena per il teatro, le canzoni composte a quattro mani con Fabrizio De Andrè, l’attività della “ Compagnia della luna”, fondata con Vincenzo Cerami e quant’altro. Ritornato lla direzione d’orchestra dal vivo, appare autenticamente felice. Suona il piano e contemporaneamente dirige il suo magnifico quintetto, alternando le parole che raccontano passaggi umani e professionali. E’ successo nel corso e a conclusione di “ Concerto per quintetto”, eseguito in un tripudio di folla e di applausi terminati con una generale standing ovation.. Premio Oscar, tre David di Donatello, due Nastri d’argento, quattro “ Colonna sonora”, Ciak d’oro e tanti altri riconoscimenti segnano la sua carriera. “Vola basso, Giuliana,” mi dice, mentre mi avvio sul palco per presentarlo, con quella pacata normalità, ignorata dai protagonisti di successo, e la frase conferma il suo spirito alto, il suo autentico modo di essere. Sotto la luce della luna e delle stelle, quando la sua musica invade l’ascolto, la pura poesia delle note si somma alle sue parole.

Nicola Piovani e Giuliana Gargiulo  Nicola Piovani  Nicola piovani al pianoforte

Parlando di musica a chepunto siamo in Italia?
Ad un brutto punto perché in Italia la musica, la cultura in particolare, occupa la metà, della metà, della metà degli investimenti che la Francia destina al settore. Il momento non certo bello che sta vivendo l’Italia, si riflette non tanto sulla qualità degli artisti quanto sull’organizzazione della musica…Siamo al fondo, poi si comincia a scavare…

Il Premio Oscar per la colonna sonora de “La vita è bella” di Roberto Benigni che cosa ha significato nella sua carriera di musicista?
Da quel giorno il mio telefono ha squillato molto di più. Ho cercato di spendere nella qualità questa fortuna che mi è capitata, con un più alto tasso di libertà espressiva.

Quanto conta la libertà nella sua creatività?
La libertà artistica è un lusso. C’è chi non se la può permettere per necessità ma c’è anche chi potrebbe ma rinuncia in cambio del guadagno o del successo facile. Pianista o direttore, ritorna in palcoscenico sempre più spesso per concerti dal vivo…

Quanto le piace questo modo di far musica?
La mia passione per la musica dal vivo aumenta di giorno in giorno. Mi piace suonare per il pubblico, sentire l’emozione, la partecipazione… Esistono tante invenzioni virtuali e tecnologiche ma niente potrà sostituire il rapporto sensuale, il corpo a corpo che si crea tra chi suona e chi ascolta. La musica ha due millenni alle spalle. Non credo che la televisione
servi più di tanto, non credo a quanto viene detto che tutto esiste solo se passa dalla televisione! Al contrario credo che la musica abbia la sua vita autonoma….

Le succede di avere paura?
Sempre. Prima di un concerto la paura comincia da dietro le quinte quando arriva il comando della “mezza sala”, il pubblico tossisce di più per poi tossire di meno, il brusio…

Che cosa sta facendo attualmente?
Sto lavorando a tre film francesi, il primo ad uscire è con Sandrine Bonnaire. Mi sono state mandate le sceneggiature e non ho saputo far altro che accettare.

E’ vero che la musica per un film viene composta spesso addirittura in contemporanea alle sequenze girate?
E’ reale che la musica per il cinema ha tempi strettissimi, per la cui riuscita concorrono tanti fattori, anche di dialogo con il regista e lettura e approfondimento della sceneggiatura.
Autore di concerti, suonate, musiche da cinema e da teatro ha anche scritto “Concha Bonita”, il musical che dopo il debutto a Parigi è stato rappresentato in tutta l’Italia.

Il giro di rappresentazioni è terminato?
Al contrario .”Concha” sta per ritornare sui palcoscenici italiani con le repliche del prossimo autunno all’Ambra Jovinelli di Roma.

Nella sua carriera qual è stata una collaborazione speciale?
Ho il ricordo di Fabrizio de Andrè, un grande poeta del ‘900. Ho composto a quattro mani con lui i due album “ Non al denaro, non all’amore né al cielo” e “Storia di un impiegato”. Per anni non le ho suonate, perché mi sembrava impossibile eseguirle senza la sua voce, perché le musiche esprimono solo una parte dei due brani ispirati all’Antologia
di Spoon river, tradotti da Fernanda Pivano. Poi ho capito. De Andrè, da poeta, raccontava il nostro oggi e cantava la libertà. Da quando lui se ne è andato, il mondo si è ristretto.
Le sue canzoni sono una boccata di aria libera

Che ricordo ha di Fellini?
Ho avuto la fortuna di comporre le musiche per “Ginger e Fred” e il suo ultimo film “La voce della luna”. Si può immaginare i ricordi, la moviola, le conversazioni, i dettagli che conservo dentro di me. Ho appena letto “Il fracasso mediatico” di Gillo Dorfles. Indimenticabile l’ultima frase che segnava il finale de “La voce della luna” , detta da Roberto Benigni:” Se ci fosse un po’ di silenzio, se tutti facessero silenzio, potremmo capire qualcosa”.


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