articolo di Filippo Merola, direttore del Museo
Nasce grazie alla generosa volontà di Alfredo Correale Conte di Terranova e di suo fratello Pompeo: i due fratelli -ultimi discendenti dell’antica stirpe- raffinati e colti collezionisti vissuti nella seconda metà del XIX secolo, vollero affidare a questa istituzione il compito di perpetuare la memoria storica della famiglia attraverso la conservazione e la valorizzazione dello straordinario patrimonio artistico costituitosi nel corso dei secoli. Le più preziose opere d’arte provenienti dalle tante case Correale di Napoli e Sorrento vennero riunite nella storica “Villa alla Rota” che, nel 1924, divenne sede dell’edificio museale. Al piano terra la prima sala, con i ritratti dei fondatori e l’albero geneaolgico della famiglia, è il doveroso omaggio reso alla memoria dei fratelli Correale; piccola e raccolta è l’attigua cappella gentilizia con un prezioso mobile-altare settecentesco; seguono la sala che ospita gli intarsi storici sorrentini del XIX secolo e le sezioni archeologiche e medievali dove sono esposti importanti reperti che documentano le antiche origini del centro antico di Sorrento e di alcune zone limitrofe. Dall’atrio s’innalza l’ampio scalone con balaustre in piperno intagliato che conduce al primo piano della storica dimora. Passeggiando tra queste stanze, che si susseguono in un percorso ad anello, il visitatore è trasportato come d’incanto indietro nel tempo: qui sono esposti pregevoli dipinti dal seicento al settecento per lo più di scuola napoletana, con soggetti che prediligono il genere sacro o la narrazione storica. Raro ed insolito è il dipinto del gioco del “Biribisso”. La tavola da gioco, nella raffinata esecuzione di Francesco Celebrano, è divisa in settanta caselle numerate, incorniciate da ramages dorati, raffiguranti miniature di maschere della commedia dell’arte, stemmi nobiliari, animali e nature morte. Nel sontuoso salotto bianco e oro, ricco di consolles e specchiere campeggiano i ritratti degli avi più celebri; seguono un raccolto salottino con insolite specchiere da camino e la sala dedicata ai pittori fiamminghi del XVI e XVIII secolo. Preziosi arredi e rare porcellane orientali ovunque collocate, ricreano l’atmosfera calda e suggestiva di una raffinata dimora aristocratica. Al secondo piano si procede per sezioni: tra le magnifiche consolles con piani in pietre dure o in tartaruga, si possono ammirare raffinati dipinti di nature morte dal XVII al XVIII secolo e soprattutto i celeberrimi dipinti della “Scuola di Posillipo”, che svelano paesaggi dell’Italia meridionale dal perduto fascino: in collezione opere di A.S. Pitloo, T. Duclère, G. Gigante, F. Palizzi ed altri ancora. Distribuiti tra le sale, orologi da tavolo e da taschino, fragili ampolle in vetro di Murano e cristalli di Boemia, ventagli, argenti, figure da presepe o insoliti oggetti di uso quotidiano testimoni di un epoca lontana: l’abitazione resa viva e palpitante lascia quasi percepire la presenza degli antichi proprietari. L’importante collezione di porcellane esposta all’ultimo piano del Museo documenta la forte volontà che spinse molti Sovrani europei a finanziare, nel XVIII sec., la nascita delle prime manifatture di porcellana in Europa: i Correale amarono collezionare gli oggetti più raffinati, scegliendo tra le Fabbriche di Meissen, Sèvres, Bow, Vienna, Doccia e, naturalmente, Capodimonte. Lo splendido panorama che accompagna il visitatore irrompendo dalle finestre della Villa aperte sul suggestivo scenario del golfo di Sorrento è solo un’anticipazione della vista mozzafiato offerta dalla terrazza belvedere collocata a strapiombo sul mare: il visitatore vi accede dopo una gradevole passeggiata nel grande giardino del Museo, tra ombrosi platani e lussureggianti alberi secolari. Il Museo Correale di Terranova è stato definito “il più bel museo di provincia d’Italia” per l’incomparabile cornice naturale in cui l’edificio museale è incastonato e, soprattutto, per la varietà e la ricchezza delle opere d’arte esposte, per secoli appartenute alla nobile famiglia: tra i dipinti si segnalano tele attribuite ad Artemisia Gentileschi, Giovanni Lanfranco, Battistello Caracciolo, Francesco De Mura, Francesco Solimena, Anton Van Dyck, Jan Van Kassel, Andrea Belvedere. Straordinari per squisita fattura gli arredi lignei e le tante collezioni di arti decorative, ordinate secondo un moderno cronologico e per sezioni, in un percorso che spazia dal XVI al XIX secolo. La Fondazione possiede anche una Biblioteca Storica che vanta un ricchissimo patrimonio librario ed una importante collezione di disegni di Teodor Duclère e Anton Sminck Pitloo, attualmente non inseriti nel percorso museale ma talvolta oggetto di esposizioni temporanee.